domenica 27 gennaio 2013

Giorno della memoria

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell'Armata Rossa arrivarono presso la città polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz) scoprendo il tristemente famoso campo di concentramento. Ne furono liberati pochi superstiti. Per la prima volta fu rivelato al mondo l'orrore del genocidio nazista.

Vittime dell'Olocausto furono ebrei d'Europa, Rom e Sinti, disabili e malati di mente, gli oppositori o dissidenti politici e religiosi, i prigionieri di guerra e i civili sovietici, gli omosessuali, i Polacchi e gli Slavi. Il numero esatto di persone che persero la vita per via del regime nazista e dei suoi alleati è ancora da definirsi con precisione.  Secondo alcune stime si parla di 17 milioni.

Non dimenticare è un dovere e una necessità, per dire basta alle discriminazioni e alla guerra.

Sono cresciuta con mio nonno (che mi ha fatto da padre), mi raccontava dei suoi 2 anni e 4 mesi trascorsi da prigioniero in un campo di concentramento fin da bambina. Sono sempre rimasta sorpresa dalla saggezza con cui era sopravvissuto al cinismo, all'odio. Aveva imparato a non giudicare, a non discriminare, proprio per questo mi raccontava: per ricordare e imparare quanto siano brutte le pieghe buie che può assumere l'animo umano.

Un preside di liceo americano aveva l’abitudine di scrivere, ad ogni inizio di anno scolastico, una lettera ai suoi insegnanti. La seguente:

"Caro professore,
sono un sopravvissuto di un campo di concentramento. i miei occhi hanno visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere: camere a gas costruite da ingegneri istruiti; bambini uccisi con veleno da medici ben formati; lattanti uccisi da infermiere provette; donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiore e università.

Diffido - quindi - dall'educazione.

La mia richiesta è: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani. I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati, degli Eichmann istruiti. 
La lettura, la scrittura, l'aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani".
(lettera tratta da Les mémoires de la Shoah, di Anniek Cojean, Le Monde 29 aprile 1995).

Nessun commento:

Posta un commento